Le Ultime invasioni dei Saraceni (o Arabi), degli Ungari (o Magiari), dei Vichinghi (o Normanni) ebbero luogo in Europa tra il IX e il X secolo.
Esse contribuirono a creare le nuove nazioni europee e l’Europa assunse la conformazione politica che avrebbe poi mantenuto, sebbene con variazioni, fino a oggi.
Le Ultime invasioni: i Saraceni
Solitamente in Occidente con il nome di Saraceni erano indicati gli Arabi (probabilmente da un termine arabo, sciarkîn, che deriva da una radice che indica il “sorgere” del sole, e ha quindi il significato di “orientali”).
Nell’827 i Saraceni, approfittando della debolezza dei Bizantini, decisero di conquistare la Sicilia. Questa infatti rivestiva un’importanza strategica ed economica eccezionale: era al centro del Mediterraneo, il mare dei commerci arabi; aveva un suolo fertilissimo; era ricca di boschi, fondamentali per la costruzione di navi.
Sbarcati a Mazara del Vallo, i Saraceni iniziarono la conquista sistematica dell’isola e in circa ottant’anni ne assunsero il controllo completo conquistando nel 902 la rocca di Taormina.
Sotto il dominio saraceno la Sicilia rifiorì. I Saraceni infatti vi introdussero nuove colture, come quelle degli aranci, dei mandarini, dei limoni e delle melanzane; vi costruirono infrastrutture moderne (soprattutto nell’irrigazione) e splendidi edifici. Palermo divenne il centro più importante dell’isola e una delle città più ricche e colte dell’epoca.
I Saraceni, però, non si accontentarono della Sicilia. Da lì essi sferrarono violenti attacchi all’Italia meridionale. Si impadronirono allora di Taranto e Bari; saccheggiarono Roma. Occuparono anche la foce del fiume Garigliano in Campania (Italia meridionale) e Frassineto in Provenza (Francia meridionale).
Nel 915 le città meridionali, unite in una Lega, eliminarono la base saracena sul fiume Garigliano. La calma fu ristabilita dall’imperatore Ottone I nel 964. Ottone II affrontò i Saraceni nel 982, ma fu sconfitto. Saranno i Normanni nell’Anno Mille a riconquistare i territori meridionali.
Le Ultime invasioni: gli Ungari
Mentre i Saraceni saccheggiavano l’Europa mediterranea, gli Ungari o Magiari, una bellicosa popolazione nomade proveniente dall’Asia centrale, attaccavano l’Europa centrale.
Gli Ungari fecero incursioni in Germania, Francia e Italia settentrionale; si spinsero fino alla Puglia e alla Campania. Queste iniziative non miravano alla conquista di nuovi territori. Gli Ungari come i Saraceni volevano oro e uomini da ridurre in schiavitù, che poi rivendevano sui mercati.
Queste scorrerie durarono per tutto il X secolo. Poi gli Ungari furono sconfitti in una battaglia campale dai feudatari tedeschi e si ritirarono in Pannonia, la grande pianura del Danubio. Qui fondarono il Regno di Ungheria. Da nomadi allevatori quali erano stati per secoli, gli Ungari divennero una popolazione sedentaria dedita all’agricoltura. Cercarono, inoltre, di instaurare rapporti pacifici con i sovrani occidentali, in particolare con quelli tedeschi, e si convertirono al cristianesimo. Il loro re Stefano fu infatti incoronato primo re d’Ungheria da papa Silvestro II nell’anno 1001.
I Vichinghi
I Vichinghi (come essi si chiamavano da vik, «baia», le strette insenature che si insinuano nelle alte coste norvegesi e che in Italia si chiamano «fiordi») o Normanni («uomini del Nord», come venivano chiamati in Europa) erano un insieme di popolazioni germaniche (Norvegesi, Svedesi, Danesi). A causa del sovrappopolamento delle loro comunità, intrapresero un vasto movimento migratorio verso varie direzioni.
L’espansione vichinga
- un primo gruppo giunse nelle regioni bagnate dal Mar Caspio e dal Mar Nero, fino ai confini con gli Imperi islamico e bizantino. Le popolazioni locali, che appartenevano al gruppo linguistico slavo, chiamarono i Vichinghi Vareghi e, mescolandosi a essi attraverso i matrimoni, fondarono un regno, quello di Kiev, o Regno di Rus (fondato da Oleg il Saggio nell’882), da cui prese il nome l’attuale Russia. I Vareghi si distinsero per la fondazione di floride attività commerciali. Avviarono infatti una regolare corrente di scambi tra le regioni baltiche e l’Impero bizantino, al quale fornivano schiavi, pellicce, ambra, cera, miele, legname.
- Un secondo gruppo si diresse verso l’Islanda, completamente disabitata, e la colonizzò impiantandovi una comunità di contadini e pescatori (da cui discendono gli Islandesi attuali); poi proseguì in direzione nord-ovest e colonizzò un luogo che chiamò Groenlandia. Essi giunsero probabilmente anche nell’America del Nord, ma presto l’abbandonarono.
- Un terzo gruppo andò verso Sud. Attaccò Irlanda, Inghilterra, Olanda, Germania, Francia; poi si affacciò nel Mediterraneo e si spinse fino in Toscana. Franchi e Sassoni li chiamarono Nordmann, cioè «uomini del Nord», da cui l’italiano Normanni.
Verso la fine del IX secolo i Normanni posero sotto assedio Parigi. Anziché combattere, il re Carlo il Grosso pagò un tributo agli invasori purché lasciassero la Francia; poi concesse ai Normanni un feudo nella regione che da loro fu chiamata Normandia.
Di fronte allo scandalo suscitato dal comportamento di Carlo il Grosso, i feudatari franchi lo destituirono. Dopo un secolo di lotte la corona del Regno di Francia passò a Ugo Capeto, che fondò la dinastia carolingia.
Nel 1066 il duca di Normandia Guglielmo il Conquistatore guidò i suoi contro la vicina Inghilterra, batté gli Anglosassoni nella battaglia di Hastings e si impadronì del trono. Da quel momento in poi l’Inghilterra divenne una terra normanna.
Contemporaneamente, i Normanni cacciarono i Bizantini da vaste zone dell’Italia meridionale, poi partirono alla conquista della Sicilia araba, che divenne normanna nel 1091. I Saraceni, però, vi rimasero in gran numero, collaborando con i Normanni e dando così vita a un secondo periodo di splendore.
Uno Stato normanno fu fondato anche in Oriente durante la prima crociata (1096), quando Boemondo di Taranto, figlio di Roberto il Guiscardo, conquistò Antiochia (1099) e vi costituì un principato che durò fino al 1268, formalmente sottomesso al Regno di Gerusalemme.