Ultimo viene il corvo è un racconto scritto da Italo Calvino nell’immediato dopoguerra; fa parte della prima raccolta di racconti dall’omonimo titolo, tutti scritti tra il 1945 e il 1948. L’autore narra un episodio della Resistenza.
Ultimo viene il corvo riassunto
Alcuni partigiani di pattuglia in un bosco incontrano un ragazzo che si dimostra abile nel tiro con il fucile; così decidono di portarlo con loro e di affidargli un’arma.
Il ragazzo si diverte a sparare a tutto ciò che incontra, animali o cose. Durante una caccia vede avvicinarsi una pattuglia di tedeschi. Il ragazzo mira a un soldato alle sue spalle e, anche se quello si nasconde dietro a una roccia, lo tiene sotto tiro, non gli lascia via di fuga.
L’uomo, disperato, spera che alcuni uccelli che volano sulla radura distraggano il suo nemico e di potersi così liberare. Il giovane però non perde di vista l’avversario.
A un tratto un corvo si avvicina alla roccia che nasconde il soldato. Quest’ultimo non capisce come mai il ragazzo tardi a sparare alla preda; l’ansia del tedesco è tale che egli si alza e urla: «Là c’è il corvo!». Di colpo un proiettile del fucile lo colpisce in pieno petto, sull’aquila cucita sull’uniforme.
Ultimo viene il corvo commento
Il protagonista è un giovane montanaro “con la faccia a mela” che diventa partigiano solo per avere un fucile. Egli non ha idee politiche; spara e combatte unicamente per mettere alla prova la propria mira. I tedeschi per lui sono solo dei bersagli da centrare e non veri nemici da odiare. L’aquila ricamata sulla giacca del soldato tedesco è solo il più difficile dei bersagli e forse il più gratificante.
L’autore Italo Calvino ci fa riflettere su due temi: la spietatezza della guerra, che insegna anche ai più giovani a sparare, e l’agonia dell’attesa della morte.
Il corvo assume il valore emblematico della morte incombente e inevitabile, già annunciata dalla caduta degli altri uccelli.