Uomini e no è un romanzo di Elio Vittorini pubblicato nel 1945.
Il romanzo contiene elementi autobiografici, perché parla di eventi legati alla Resistenza armata nelle città, durante la Seconda guerra mondiale, ai quali l’autore stesso prese parte attivamente.
In breve vi diremo in quali circostanze è stato scritto. Elio Vittorini, già membro attivo della Resistenza, costretto a vivere in clandestinità, nel febbraio del 1944 andò a Firenze per organizzare uno sciopero generale. Sulla strada del ritorno venne identificato dalla polizia tedesca, ma riuscì a fuggire ritirandosi per qualche mese sulle montagne intorno a Varese, dove si dedicò alla stesura di Uomini e no.
Elio Vittorini Uomini e no riassunto
Protagonista del romanzo, ambientato a Milano, è Enne 2, nome di battaglia di un partigiano di 33 anni, del cui passato Vittorini dice ben poco.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, la caduta del governo e la fuga da Roma del re, i tedeschi hanno occupato l’Italia settentrionale. Milano, la città in cui è ambientato il romanzo, vive sotto l’incubo dei rastrellamenti.
Per caso una mattina Enne 2 ritrova la donna di cui da tempo è innamorato, Berta. Sebbene ricambi il sentimento, la donna, che è sposata, è trattenuta dal senso del dovere.
Dopo poco si separano: Enne 2 ha un appuntamento per compiere un attentato alla sede del Tribunale di Milano, in cui saranno uccisi sei uomini.
Il giorno dopo, i tedeschi, per rappresaglia, si preparano a fucilare dieci prigionieri per ognuno di questi morti.
I partigiani decidono perciò di procedere a un altro attacco: un’irruzione armata nell’edificio in cui tedeschi e fascisti stanno scegliendo le vittime.
Segue una sparatoria e una nuova rappresaglia: molti civili vengono prelevati dalle loro case, giustiziati e lasciati lungo i marciapiedi delle strade; tra i cadaveri c’è anche quello di una bambina, di un vecchio e di due ragazzini.
Fra le persone accorse attorno ai cadaveri si ritrovano Enne 2 e Berta, i quali decidono di diventare compagni di vita.
Intanto il capitano delle SS Clemm e il capo fascista Cane Nero si accordano per la fucilazione di cento uomini fra i detenuti del carcere. Al centesimo, Giulaj, un povero ambulante, colpevole di aver ucciso la cagna di Clemm, viene riservato un trattamento particolare: sotto gli occhi compiaciuti di Clemm e di Cane Nero, è sbranato dai cani.
In reazione a questi fatti Enne 2 guida un gruppo di partigiani in un attentato contro Cane Nero, ma fallisce e viene riconosciuto. I giornali pubblicano una sua foto, c’è una taglia sulla sua testa. Benché i suoi compagni cerchino in tutti i modi di convincerlo a lasciare la città, Enne 2 decide di non muoversi, perché spera che Berta lo raggiunga. Ma Berta non arriva e Enne 2 viene catturato e ucciso.
L’ultima persona che vede prima di morire è un operaio, andato da lui per avvertirlo dell’arrivo dei fascisti. A lui Enne 2 fornisce le indicazioni necessarie per unirsi ai gruppi partigiani e dà una pistola.
Quando in seguito quest’uomo si trova però di fronte a un tedesco da uccidere, non trova il coraggio di sparare e si ripromette di «imparare meglio».
Uomini e no Vittorini analisi romanzo
Nelo corso del romanzo si alternano 113 capitoli in tondo (corrispondenti alle parti propriamente narrative) e 23 in corsivo (interventi metanarrativi in cui l’autore entra in scena, dialoga con il protagonista e soddisfa le sue richieste rievocandone l’infanzia).
Il titolo dell’opera significato
Questo stratagemma narrativo contribuisce, insieme alla tecnica del rallentamento dei dialoghi, a elevare le situazioni in un’atmosfera leggendaria, in cui si confrontano due assoluti, il Bene e il Male, gli Uomini e i Non-Uomini, cioè uomini che conservano la loro dignità di essere razionali e morali (in questo caso, i partigiani e la gente comune), e uomini che si degradano al rango di bestie (cioè gli oppressori italiani e tedeschi).
Il romanzo è caratterizzato da descrizioni scarne, molti dialoghi e l’uso di numerose ripetizioni.