Uomo del mio tempo è una poesia di Salvatore Quasimodo (1901-1968) che chiude la raccolta di liriche Giorno dopo giorno pubblicata nel 1947 (ad aprire la raccolta è la poesia Alle fronde dei salici), all’indomani della Seconda guerra mondiale.
Qui trovi il testo, la parafrasi, l’analisi, il commento e le figure retoriche di Uomo del mio tempo di Salvatore Quasimodo.
Quasimodo Uomo del mio tempo testo
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
– t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Uomo del mio tempo parafrasi
Uomo di oggi sei ancora quello dell’epoca della pietra e della fionda. Ti ho visto nella cabina di pilotaggio con le ali dell’aereo portatrici di morte e distruzione (maligne, v. 3) e con gli strumenti di precisione (meridiane, v. 3 → che tracciano le coordinate dei bersagli su cui sganciare le bombe), dentro il carro armato, ai patiboli per le impiccagioni (alle forche, v. 4), davanti agli strumenti di tortura (alle ruote di tortura, v. 5). Ti ho visto: eri tu con la tua scienza esatta finalizzata alla distruzione (persuasa allo sterminio, v. 6), senza amore, senza carità cristiana (senza Cristo, v. 7). Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno in cui Caino invitò il fratello Abele a recarsi con lui nei campi e poi lo uccise (quando il fratello disse all’altro fratello: «Andiamo ai campi», v. 11-12). E quell’eco spietata, persistente di quelle parole è giunta fino a te ed è ancora presente.
Nuove generazioni (figli, v. 14) dimenticate la memoria dei padri che si sono resi colpevoli qui sulla terra di tanta infame violenza. Il loro ricordo (le loro tombe, v. 16) sprofondi nelle ceneri, gli uccelli neri (simbolo di male e di morte) e il vento li cancelli per sempre dalla vostra memoria (coprono il loro cuore, v. 17).
Salvatore Quasimodo Uomo del mio tempo analisi, commento e figure retoriche
La poesia Uomo del mio tempo del poeta Salvatore Quasimodo si compone di una sola strofa con 17 versi liberi senza rima.
Nella prima parte della poesia, il poeta Quasimodo si rivolge a un “tu”, l’uomo del suo tempo, identificato nel pilota di aereo (nella carlinga, v. 2), nel soldato chiuso nel carro armato (il carro di fuoco, v. 4), nel boia (alle forche, v. 4), nel torturatore (alle ruote di tortura, v. 5) e, infine, nello scienziato (la cui scienza esatta è persuasa allo sterminio: l’allusione riguarda l’uso distruttivo dell’energia atomica). Tali immagini simboleggiano l’uomo che vuole, organizza e pratica la guerra.
Nella parte finale il poeta cambia interlocutore: non parla più all’uomo del suo tempo ma ai figli, ossia ai giovani. Si rivolge loro invitandoli a rifare l’uomo. Con la figura retorica dell’esortazione, li invita a non seguire le orme e gli insegnamenti dei padri (dimenticate i padri, v. 15), in quanto i sentimenti (il cuore) di coloro che sono sfuggiti alla devastazione bellica (la cenere) è oscurato dalla violenza e dall’odio, personificati dagli uccelli neri e dal vento (v. 17), metafore del desiderio di vendetta che li spinge a uccidere ancora.
Figure retoriche Uomo del mio tempo
In questa poesia Quasimodo fa uso di diverse figure retoriche:
Enjambement: ai versi 1-2; 2-3; 4-5; 5-6; 8-9; 10-11; 12-13; 14-15.
Metafora: ali maligne (v. 3) per indicare le ali degli aerei in guerra che causano distruzione e morte; meridiane di morte (v. 3), strumentazioni di bordo degli aerei che rilevano la posizione dei bersagli sui quali sganciare le bombe, per cui sono anch’esse causa di morte; carro di fuoco (v. 4) indica il carro armato; al verso 11 la figura di Caino, fratello di Abele, di cui si parla nella Bibbia (quando il fratello disse all’altro fratello) simboleggia la malvagità e il tradimento, che dal racconto della Genesi estendono i loro effetti nefasti sulla storia dell’uomo; al v. 17 gli uccelli neri, cioè gli avvoltoi che si aggirano sui cadaveri lasciati insepolti, simboleggiano il minaccioso appressarsi di lutti e violenze.
Sinestesia: al verso 10, questo sangue odora; al verso 12 eco fredda.
Sineddoche: al verso 2 carlinga, al verso 3 ali e meridiane, per indicare l’aereo attraverso le sue componenti (la parte per il tutto).
Metonimia: al verso 7 senza Cristo, per indicare la scomparsa dal cuore dell’uomo di quei valori di pace e carità da lui diffusi.
Similitudine: ai vv. 10-11 E questo sangue odora come nel giorno quando il fratello… per indicare che l’uomo continua a ripetere il gesto fratricida di Caino nei confronti di Abele e nelle sue parole risuona ancora, fino ai nostri giorni, l’eco del tradimento e dell’odio.
Quale messaggio vuole trasmettere il poeta Quasimodo con la poesia Uomo del mio tempo?
Salvatore Quasimodo, al termine della Seconda guerra mondiale, ancora sconvolto dagli orrori cui ha assistito, lancia un appello perché un futuro di pace, di umana fratellanza possa prospettarsi alle giovani generazioni.
L’uomo di oggi – dice il poeta – nella sua antica abitudine all’odio, alla violenza è ancora quello dell’epoca della pietra e della fionda. Anzi, gli strumenti di morte di cui oggi si avvale, grazie ai progressi della scienza e della tecnica, sono molto più efficaci.
L’uomo di oggi uccide ancora, come sempre; il suo cuore è rimasto duro e feroce come quello di Caino quando uccise il fratello Abele. Ma se i figli, cioè i giovani di oggi, riusciranno a dimenticare il sangue fatto scorrere dai loro padri, a cancellare l’odio verso i propri fratelli lasciato loro in eredità, rinasceranno tempi nuovi, di serenità e di pace.