Vercingetorige nacque nell’82 a.C. nell’odierna Alvernia, una regione della Francia centrale. Diventò re degli Arverni, una delle più forti tribù del popolo dei Galli, dopo che suo padre, il nobile Celtillo, venne assassinato da alcuni aristocratici della sua tribù.
Riuscì a riunire le tribù galliche grazie all’appoggio dei loro druidi e nel 53 a.C. dichiarò guerra a Giulio Cesare che, al comando dell’esercito romano, stava invadendo tutta la Gallia.
Cesare batté il re degli Arverni in campo aperto, costringendolo a ritirarsi nella città di Alesia (nei pressi dell’attuale Digione), che fu sottoposta a un durissimo assedio. La battaglia di Alesia finì con la resa senza condizioni e la consegna di Vercingetorige a Cesare: siamo nell’ottobre del 52 a.C.
Vercingetorige fu poi inviato a Roma e tenuto in carcere per sei anni, per poi sfilare in catene durante il Trionfo di Cesare; infine venne strangolato nel carcere Mamertino (46 a.C.).
Cesare completò la conquista della Gallia tra il 52 e il 51 a.C. La Gallia venne ridotta a provincia e Cesare ottenne la fama di condottiero invincibile.
Cesare racconta la sua spedizione in Gallia nei sette libri del De bello gallico (La guerra contro i Galli), con l’intento di dare la propria versione dei fatti. Descrive le battaglie e gli itinerari, ma anche la vita, la religione e le istituzioni dei popoli che incontrò.
La resa di Vercingetorige nel De bello gallico
Il resoconto della resa del capo degli Arverni è riportato nel libro VII del De bello gallico.
Dopo una lunga e disperata resistenza di Alesia contro le legioni romane, Vercingetorige capì che la situazione era ormai senza speranza e decise di consegnarsi ai Romani per salvare la vita ai suoi uomini.
Venne portato davanti a Cesare, ma invece di inginocchiarsi e chiedere pietà, si alzò fieramente e lo guardò negli occhi, dicendo di essere pronto ad affrontare qualsiasi punizione avrebbe dovuto subire. Cesare rimase impressionato dalla sua forza d’animo e dal suo coraggio e decise di risparmiargli la vita e lo imprigionò. Questo evento segnò la fine della resistenza gallica contro i Romani e l’inizio della conquista della Gallia da parte di Cesare.