I vescovi conti nacquero per iniziativa di Ottone I di Sassonia (912-973), imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, per affrontare il grande problema dell’ereditarietà dei feudi (Capitolare di Quierzy). In sostanza si erano creati tanti piccoli domini indipendenti dall’autorità del re e per arginare questo problema Ottone I ricorse sempre più all’aiuto dei vescovi, affidando loro il governo di feudi e città.
La scelta di un vescovo o di un abate come signore di un feudo presentava diversi vantaggi, primo fra tutti quello che, non avendo figli legittimi, alla sua morte il feudo non veniva destinato agli eredi, ma ritornava nella piena disponibilità del sovrano.
I vescovi giuravano solenne fedeltà e ottenevano dall’imperatore i simboli del potere: l’anello e il pastorale, cioè il bastone, ricurvo nella parte in alto, che simboleggiava la sua autorità sul territorio a lui affidato, di cui amministrava i beni e su cui difendeva i diritti dell’imperatore.
Allo stesso modo di Ottone I, anche i suoi successori continuarono a nominare vescovi scegliendo il candidato ideale al quale assegnare un territorio.
Con l’andare del tempo tuttavia l’usanza di nominare vescovi-conti diventò motivo di forte attrito fra i due poteri che nel Medioevo si contendevano la supremazia: l’Impero e il Papato.
L’imperatore infatti quando affidava un feudo a un vescovo si aspettava che, come ogni feudatario, questi gli prestasse obbedienza; d’altra parte però il vescovo era anche sottoposto all’autorità del pontefice. Di conseguenza, i vescovi conti si trovavano in una posizione estremamente difficile e non di rado sceglievano di obbedire all’imperatore piuttosto che al papa. I pontefici, da parte loro, a partire dal X secolo iniziarono a rivendicare con forza la superiorità del potere spirituale su quello temporale e quindi chiesero non solo ai vescovi conti, ma agli stessi sovrani di sottomettersi alla autorità pontificia.
L’investitura dei vescovi conti diventò quindi occasione di un vero e proprio conflitto tra Papato e Impero, passato alla storia come “lotta per le investiture“, destinato a protrarsi per lungo tempo, durante il quale entrambi i poteri cercarono di affermare la propria superiorità sull’altro.