Si definisce Vittoria di Pirro qualunque successo militare, politico, sportivo o lavorativo che, essendo costato eccessivamente al vincitore, ha finito per trasformarsi in una sconfitta.
Da dove nasce l’espressione Vittoria di Pirro?
Questo modo di dire deriva da un fatto storico. Nel 281 a.C. Taranto, in guerra contro Roma, chiamò in aiuto Pirro, re dell’Epiro, l’attuale Albania.
Pirro sbarcò a Taranto con 28mila sodati e 20 elefanti. I Romani, che non avevano mai visto quegli animali, in un primo momento fuggirono e Pirro riportò sui Romani due grandi vittorie: una a Eraclea, in Basilicata (280 a.C.), l’altra a Ascoli Satriano, in Puglia (279 a.C.). Ma per questi successi pagò un prezzo altissimo. Perse, infatti, quasi tutti i suoi uomini.
Demoralizzato, sembra che Pirro abbia detto a un ufficiale: “un’altra vittoria come questa e me ne torno in Epiro senza più nemmeno un soldato”. Fu così che d’allora l’espressione “Vittoria di Pirro” indica un successo ottenuto a caro prezzo.
Pirro si scontrò nuovamente con i Romani a Maleventum nel 275 a.C. subendo una decisiva sconfitta. In seguito alla vittoria romana la città di Maleventum fu ribattezzata Beneventum (da cui l’odierna Benevento) in ricordo della vittoria.
Pirro per non cadere prigioniero dei Romani, ritornò precipitosamente nel suo regno con ciò che restava del suo esercito. Taranto restò sotto assedio per altri tre anni. Capitolò nel 272 a.C. Roma aveva ora sottomesso l’intera Magna Grecia. Pirro morì nel 272 a.C. in combattimento ad Argo.