Vittorio Emanuele II di Savoia ultimo re del Regno di Sardegna dal 1849 al 1861 e primo re d’Italia dal 1861 al 1878.
Fu un uomo piuttosto semplice, poco interessato alla cultura, appassionato di caccia, di escursioni in alta montagna e della buona cucina popolare. Per il ruolo svolto nella realizzazione dell’Unità d’Italia è indicato come Padre della Patria (titolo onorifico attribuito anche a Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Camillo Benso conte di Cavour).
Chi era Vittorio Emanuele 2?
Figlio di Carlo Alberto re di Sardegna e di Maria Teresa d’Asburgo-Lorena di Toscana, nacque il 14 marzo 1820 a Torino. Nel 1842 sposò la cugina Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena, dalla quale ebbe otto figli.
Prima guerra d’indipendenza
Vittorio Emanuele di Savoia partecipò alla Prima guerra d’indipendenza (1848-1849). Il 23 marzo 1849 Carlo Alberto abdicò in favore del figlio. Il giorno dopo (24 marzo 1849) Vittorio Emanuele II firmò con il maresciallo austriaco Radetzky l’Armistizio di Vignale che pose fine alla Prima guerra d’indipendenza. Per essersi opposto alla richiesta di Radetzky di abolire lo Statuto Albertino promulgato da suo padre, gli fu dato l’appellativo di Re galantuomo.
Vittorio Emanuele II di Savoia e Cavour
Nonostante fosse molto religioso, nel 1850 il re Vittorio Emanuele 2 accettò le leggi Siccardi che abolivano i privilegi goduti fino ad allora dal clero cattolico.
Nel 1852 affidò il governo a Camillo Benso conte di Cavour. Nel 1855 il re accettò il trattato di alleanza franco-inglese per la guerra di Crimea (1853-1856) contro la Russia. Il presidente del consiglio Cavour considerava infatti l’intervento militare in Crimea un’occasione per entrare a far parte del gioco politico europeo e inviò quindi un corpo di spedizione di 15000 soldati guidati dal generale Alfonso La Marmora.
Poi, nel 1858 il primo ministro del Regno di Sardegna Cavour firmò con Napoleone III gli Accordi di Plombières, che pose i presupposti per lo scoppio della Seconda guerra d’indipendenza italiana.
Vittorio Emanuele II di Savoia e la Seconda guerra d’indipendenza
Scoppiata la Seconda guerra d’indipendenza, Vittorio Emanuele II guidò personalmente le truppe piemontesi, entrò a Milano a fianco di Napoleone III e ottenne la vittoria di San Martino. Grazie all’abilità diplomatica di Cavour, ottenne da Napoleone III l’autorizzazione ad annettere la Toscana e l’Emilia in cambio del passaggio alla Francia di Nizza e della Savoia.
L’Unità d’Italia
Nel 1860 il re sostenne segretamente la spedizione dei Mille di Garibaldi, che portò alla conquista della Sicilia e dell’Italia meridionale. Le truppe piemontesi scesero quindi nello Stato pontificio e conquistarono Marche e Umbria. Poi il 26 ottobre 1860 il re e Garibaldi s’incontrarono a Teano e Garibaldi consegnò al re i territori conquistati.
Il primo re d’Italia
Il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II viene ufficialmente proclamato re d’Italia e Torino è la capitale del Regno dal 1861 al 1865. Nel 1865, il re trasferì la capitale da Torino a Firenze e, nel 1871, dopo la presa di Porta Pia (1870), è Roma la nuova capitale del Regno d’Italia. Il re morì a Roma il 9 gennaio 1878.
La bella Rosina e Vittorio Emanuele 2 di Savoia
Dopo la morte della moglie nel 1855 il re ebbe una lunga relazione con Rosa Vercellana, soprannominata “la bella Rosina”. Si sposarono religiosamente solo nel 1869, ma Rosa, che aveva origini contadine, fu esclusa dalla successione dinastica.
Chi regnò in Italia dopo Vittorio Emanuele II?
A Vittorio Emanuele secondo successe suo figlio Umberto I di Savoia, re d’Italia dal 1878 al 1900; poi toccò a Vittorio Emanuele III, re d’Italia dal 1900 al 1946; infine, Umberto II di Savoia, ultimo erede al trono, che regnò un solo mese prima del referendum istituzionale del 2 giugno 1946.