Il voto alle donne quando fu concesso?
A partire dal XVII (17°) secolo le donne del mondo occidentale iniziarono a rivendicare i diritti che la società riservava ai soli uomini.
Con l’Illuminismo si cominciò a discutere dell’istruzione femminile e con la Rivoluzione francese della partecipazione femminile alla vita politica, fino a che nel XX (20°) secolo si raggiunse un traguardo importante: il voto alle donne.
Il primo Paese a promulgare il suffragio femminile fu la Nuova Zelanda, nel 1893; seguirono l’Australia (1899), la Finlandia (1906) e la Norvegia (1907), le prime in Europa. Gli Stati Uniti, nel 1920; la Gran Bretagna lo attuò nel 1928; seguirono il Portogallo e la Spagna, nel 1931; la Francia nel 1944 e la Grecia nel 1952. La Svizzera dovette invece attendere il 1971.
In Italia, con il decreto legislativo del 1° febbraio 1945, il Consiglio dei ministri estese il voto alle donne di età non inferiore ai 21 anni (quando cioè all’epoca si raggiungeva la maggiore età).
In Italia le donne votarono per la prima volta nel corso delle elezioni amministrative del marzo/aprile 1946 e poi, il 2 giugno 1946, le donne italiane parteciparono al loro primo referendum, uno dei più importanti del nostro Paese, quello indetto per scegliere tra monarchia e repubblica.
La maggioranza degli italiani e delle italiane si pronunciò a favore della repubblica.